L'arcobaleno di Walter Banjamin

Giugno 2024

 

Incontrando l’arcobaleno, che è  colore, quando meno te lo aspetti, come in un sogno, sapendo che molto probabilmente l’avrai già incontrato in un sogno.

 

L’arcobaleno di Walter Benjamin inizia con il racconto di un sogno prima che svanisca. Un sogno che in realtà non si può raccontare e che viene descritto come un paesaggio. Un paesaggio che arde di colori che neanche i pittori conoscono. Questi colori possono creare infiniti paesaggi e ti permettono di non essere altro che occhi o il colore stesso. Un senso di ebbrezza che pervade chi sta nelle cose, in una sorta di oblio o intervallo o sospensione. Questa condizione rende leggeri e l’essenza delle cose si apre allo spazio, all’infinito. In questo caso il colore è l’oggetto e nello stesso tempo l’organo che lo percepisce. Ci appare nella pura ricezione, cosi come il bello.

 

Nella pittura abbiamo un riflesso. L’apparizione sta ai bordi come al centro e irradia bellezza che non si può cogliere, si può solo ricevere.


Ai margini di una riflessione

Giugno 2021

 

Foto di Alessandro Zambianchi

Ho deciso di inviare due pagine confinanti ai margini di una riflessione.

Nella pagina precedente a queste, nel quaderno di lavoro che testimonia il progetto Scambiare tempo, dialogando tra parole e immagini, c'era questa frase: "vorrei tornare ad essere come il quadro di Casorati ".

Il quadro in questione era: Ragazza sul tappeto rosso del 1912.