Memoria come resistenza ?

giugno 2021

 

Un lungo racconto, questo di Alessandnro Rolandi, tra oriente ed occidente, a cavallo di una memoria con la “m” minuscola, ma intesa come possibilità. Il disegno, incrociandosi alla scrittura, agisce da rivelatore e, percorrendo il tempo dà corpo a una distanza attraverso cui cercare il senso di ciò che si fa.

 

 

“Ho vissuto I primi trent’anni di vita in occidente, tra Italia, Spagna, Francia ed Europa e gli altri venti in oriente, in Cina. L’anno zero del Covid19 -ormai quasi due in realtà-mi ha costretto a rimanere sospeso senza avere alcuna certezza o proiezione su quale parte del mondo sarà la mia prossima base di riferimento. Dalla Svizzera, che mi ha accolto da poco tempo, riesco ogni tanto a tentare di riorganizzare, pur vagamente, i pensieri, mentre le sensazioni e le risposte inconsce del mio corpo e della mia mente sono in una fase di iperattività incontrollabile, in cui, flashbacks, ricordi, paranoie e pulsioni note e sconosciute scaturiscono con violenza inattesa, si intrecciano, si sovrappongono, si combattono, si fondono, si annullano e si nutrono senza alcuna traccia di un pattern, di una logica anche parziale (…)

 

Allora ho provato a scegliere un angolo di accesso su cui concentrarmi che fosse pertinente al contesto e potesse in qualche modo avere senso per navigare in questo momento. Ho deciso di pensare al concetto di memoria e di farlo cercando di cogliere i cambiamenti e le trasformazioni più importanti avvenute attraverso l’esperienza di una vita adulta in una cultura diversa non “scelta” ma “trovata” e quella di una gioventù in cui, come tutti, sono venuto al mondo dove è successo (…)

 

Questi quaderni di seconda elementare sono la mia foresta di Junger in cui mi spingo da solo come Waldgänger, e questo testo è un atto d’amicizia verso chi me lo ha chiesto, con cui spero di bere un bicchiere presto e partecipare ad una “mostra” di gruppo.

I disegni sono gli scarabocchi di un vecchio taoista bambino che forse un giorno svanirà nella nebbia delle montagne e non si saprà se sia mai esistito. In tutto questo non c’è contraddizione, ma possibilità, ci si scordano le domande le cui risposte sono troppo difficili, e la memoria-residuo forse diventa resistenza.

 

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