Sull'orlo del bordo

n°22, dicembre 2022

 

Io e mio fratello Fausto stiamo lavorando ad un progetto di libro sulle immagini delle lapidi, bordi estremi e definitivi.

Da qualche anno, infatti, nei cimiteri hanno fatto la loro comparsa lapidi diverse che non parlano più dell’aldilà e della vita dopo la morte con rappresentazioni d’immagini sacre che indicano una vita ultraterrena eterna. 

 Soggetti di queste lapidi sono le passioni terrene, quelle vissute al di qua, qui, sulla terra. Una racchetta da tennis, una barca, le montagne, la tavolozza coi pennelli, uno spartito,  sono solo alcune delle immagini scolpite sulla pietra. Come se quella passione particolare rappresentasse quella persona.  Come se quella passione fosse stata ragione di vita e come se la persona si esaurisse in essa in un mirabile sforzo di sintesi.

Ho fotografato lapidi in diversi cimiteri: Venezia, Lido, Malamocco, Pellestrina, Mestre, Borca di Cadore, Milano, San Sepolcro e Digne–les-Bains.

Mio fratello ha scritto i testi, riferendosi in modo preciso a ogni singola immagine che gli inviavo.

Ma nel libro cui stiamo lavorando, non ci sarà questo accostamento: la sequenza dei testi  e delle immagini seguirà altri criteri in favore di una maggiore libertà associativa.  Per cogliere comunque il senso del lavoro che stiamo facendo ecco di seguito il testo e l’immagine che l‘ha ispirato. E poi invece altri testi e altre immagini liberamente accostati.

Da qui, dall’orlo terreno, guardiamo il bordo.

 

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Sull'orlo del bordo
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