In bilico

Aprile 2023

 

Cammino spensierata tra i vicoli del centro quando all’improvviso, attratta da una forza sconosciuta, alzo gli occhi al cielo, ma di lì a poco li abbasso in preda al panico coprendomi il viso con entrambe le mani, sarà un’allucinazione o uno strano scherzo del destino, non può essere altrimenti. Il cuore mi batte all’impazzata, il respiro si blocca, le gambe tremano tanto la visione è inquietante eppure mi faccio coraggio, guardo nuovamente all’insù, una frazione di secondo appena, non riesco a credere a ciò che vedo, mi stropiccio gli occhi e ruoto il collo in cerca di risposte tra i passanti, invano, stanno tutti camminando per la loro strada ignari di quanto sta accadendo proprio sopra le loro teste, avranno ben altro a cui pensare immagino.

 

Spetta a me intervenire, chiamerò la polizia, i servizi sociali o almeno il portiere dello stabile, non posso starmene qui inerte mentre lassù, sul cornicione del palazzo più alto della città …, oddio non fatemici pensare, lancerò un grido così potente che perforerò i timpani di tutto il quartiere, allora sì che se ne accorgeranno. Una sbirciata all’insù e subito prevedo il peggio, il sangue, le viscere, i brandelli di carne sprizzati ovunque, che orrore, di getto mi esce un urlo disumano che paralizza la scena e richiama l’attenzione del mondo intero incredulo alla vista di una ballerina della Scala che saltella beata sul cornicione del palazzo più alto della città con il suo tutù rosa e i capelli tirati all’indietro, un velo di trucco e un grande sorriso sulle labbra, è proprio così, una ballerina della Scala a trenta metri d’altezza, tra un grand jeté e un plié, uno sguardo al cielo e uno alla strada, ma come avrà mai fatto ad arrivare lassù e perché, mi chiedo sbigottita.

 

Un grido collettivo squarcia l’aria quasi fosse uno tsunami richiamando decine di persone che accorrono da ogni dove, si ammassano ai piedi del palazzo, i visi rivolti al cielo, le mani tra i capelli e gli occhi sbarrati, il panico si fa largo tra la folla e l’angoscia la fa da padrona, la città ha ormai perso il controllo. Oh, buon Dio, fai che non cada, un passo falso o una perdita di equilibrio e finirebbe spiaccicata sull’asfalto, non oso nemmeno pensarci.

Nel mentre quella sciagurata prosegue imperterrita la sua coreografia improvvisata, esegue un grand jeté, peraltro esemplare, non c’è che dire, ma a trenta metri d’altezza, che azzardo, continua con un coupé qua, un croisé là, una spaccata e perfino un inchino in cerca di gloria, ottenendola peraltro, il folto pubblico infatti apprezza e l’applaude fragorosamente dimenticandosi del pericolo che sta correndo lassù da vera incosciente, saltella avanti e indietro sul cornicione ancora umido della recente pioggia per poi balzare con un grande slancio sul cornicione del palazzo adiacente e via di corsa sempre più in là verso il palazzo successivo seguita da una folla impazzita, un insolito pubblico che sgomita scomposto lungo i marciapiedi, invade la strada, si mescola tra le macchine, le teste all’insù, corre con il fiato in gola e la segue tra applausi ma anche urla di terrore in verità. E lei dall’alto della sua prospettiva ringrazia per gli elogi con un altro inchino e prosegue a sgambettare a passi svelti, le braccia aperte, gli occhi sorridenti, il collo ritto, ah, come se la ride divertita, si libra gioiosa sulle punte dei piedi e, incuriosita dal fracasso che le giunge da laggiù, continua a sbirciare la folla trenta metri più sotto soffermandosi su una coppia che indietreggia fino al centro della carreggiata per guadagnarsi una vista migliore e piomba su un ciclista che a sua volta urta una ragazza al suo fianco, oddio che capitombolo sull’asfalto, tirandosi dietro a catena un groviglio di corpi, braccia, gambe, gomiti, piedi, mani che si ammucchiano al suolo intralciando il passo di chi li segue, esseri umani o automezzi, un vero caos urbano, mentre lei prosegue serafica la sua passeggiata in quota, in bilico tra la realtà e la creazione, libera di fare ciò vuole, lontana da ogni pericolo reale.

 

Che donna, è una privilegiata, si diverte e vede cose ad altri negate.